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Lo sapevi che l’uso della musica per scopi terapeutici risale a tempi antichissimi? 

Fin dall’antica Grecia, infatti, si credeva che l’unione di queste due discipline – apparentemente così distanti – fosse fondamentale per curare anima e corpo, al punto che Apollo, il dio che traina il carro del sole nella volta celeste, rappresentava sia una che l’altra. Il concetto di musica, associato al benessere psicofisico, ovvero Musicoterapia, si è poi evoluto nel corso dei secoli, arrivando nel 1996, con la definizione ufficiale della World Federation of Music Therapy (Federazione Mondiale di Musicoterapia): 

«La Musicoterapia è l’uso professionale della musica e dei suoi elementi come intervento in ambienti medici, educativi e sociali con individui, gruppi, famiglie o comunità che cercano di ottimizzare la loro qualità di vita e migliorare la salute e il benessere fisico, sociale, comunicativo, emotivo, intellettuale e spirituale. Ricerca, pratica, educazione e formazione clinica in musicoterapia sono basati su standard professionali in relazione ai contesti culturali, sociali e politici.» 

Per definizione, dunque, musica e suono vengono usati a scopo riabilitativo, educativo e terapeutico, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone, sia dal punto di vista fisico, che intellettuale e sociale. In campo musicoterapeutico si delineano due approcci: quello attivo, in cui il paziente sperimenta e crea suoni con degli strumenti musicali, e il passivo e/o recettivo, in cui il terapeuta si occupa della scelta dei brani più adatti al percorso individuale del soggetto. Nel secondo scenario, le sessioni della durata di circa un’ora, si svolgono in un ambiente acusticamente isolato, privo di distrazioni, con il livello sonoro mantenuto tra 4 e 5 decibel, affinché si crei un ambiente tranquillo 

I benefici che si possono trarre da questa disciplina terapeutica sono molteplici e trovano diversi contesti di applicazione a seconda di esigenze e obiettivi. È indicata per il recupero delle abilità motorie, per il miglioramento della memoria nei pazienti che soffrono di Alzheimer, per sviluppare la concertazione dei piccoli pazienti con diagnosi di autismo e migliorarne i disturbi comportamentali – come l’aggressività, l’isolamento o la rabbia – e in ambito oncologico 

Il musicoterapeuta è il professionista con conoscenze multidisciplinari – tra cui psicologia, medicina e musica che, interfacciandosi con il team di medici e addetti alla riabilitazione, supporta gli obiettivi del paziente con delle sedute personalizzate, in cui la musica fa da protagonista. Le vibrazioni musicali riprodotte aiutano l’assistito nella gestione della comunicazione – specialmente con familiari e caregiver – stimolano verso l’autoconsapevolezza, guidando verso una migliore gestione dell’emotività, allontanando le tensioni.   

Melodie, suoni e vibrazioni di una canzone aiutano ad alleviare anche la “fatigue”, quella forma di stanchezza estrema e persistente, dovuta agli alti livelli di cortisolo – l’ormone dello stress – da considerarsi come uno dei sintomi più debilitanti del tumore e delle relative terapie oncologiche. E ancora, la musicoterapia aiuta a ridurre la dipendenza da ansiolitici e antidolorifici, e a migliorare la qualità del sonno. 

 

«La musica ci insegna la cosa più importante che esista: ascoltare.» 

(Ezio bosso) 

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